Poiché la mia principale attività lavorativa è di tipo freelance, e chi mi conosce sa che nello specifico sono webdesigner, mi sono informata anche su cosa avrei dovuto affrontare in previsione di un trasferimento a Edimburgo.
Che voi siate informatici, bloggers, fotografi, illustratori, social media manager o traduttori, la trafila non cambia. E nel cercare informazioni, ho fatto scoperte molto piacevoli. Al contrario della tassazione italiana, che conta mille cavilli, tasse e penalizzazioni in proporzione ai tentativi italici di evadere le tasse, in Uk la contabilità e la burocrazia sono molto più lisce e lineari, e favoriscono lo svilupparsi di attività in proprio.
Proprio in concomitanza delle prime conoscenze italo-scozzesi mi sono fatta avanti per chiedere come funzionasse la libera professione in Uk, ed ho scoperto che:
- Esiste un ente a cui fare riferimento che ti aiuta gratuitamente con le informazioni e corsi per intraprendere la propria attività, ed è il Business Gateway
- Basta registrarsi online come libero professionista (self-employed) sul sito del Governo
- o se si sceglie la modalità business company Ltd (le nostre Srl italiane) ci si registra sempre sul sito del Governo
Nello specifico, e non stupitevi troppo:
- non è necessario aprire una partita iva se le entrate annuali non superano le 83,000 sterline (negli anni passati erano 70,000, poi 79,000 ed ora siamo a 83,000, per cui nel giro di tre anni le cose sono cambiate e non in peggio).
- le tasse sul reddito (income taxes) ammontano a:
- 0 se non superi le 11,000 sterline (sì, hai capito bene)
- 20% per la parte eccedente fino ai 43,000 pounds
- 40% per la parte eccedente fino ai 150,000 pounds
- 45% oltre i 150,000
- è sufficiente pertanto possedere un National Insurance Number (NIN), il nostro codice fiscale, facilmente ottenibile contestualmente al vostro trasferimento e inizio di attività
- Ogni anno (l’anno fiscale inizia il primo aprile e termina il 31 marzo dell’anno successivo) è il governo stesso ad inviare i moduli da compilare per la dichiarazione e il versamento delle tasse (ma se vi appoggiate ad un commercialista scozzese che non costa nemmeno tanto, avete la certezza di non sbagliare)
- Infine è consigliabile aprire un’assicurazione pensionistica integrativa, per stare sicuri sul futuro (quante volte ho pensato di farlo qui in Italia, ma non si riesce a mettere via nemmeno un euro per farla!)
Una mia digressione
Basically, è come se in Italia facessi le ricevute con ritenuta d’acconto fino ai 43,000 (ma solo su 32,000 sterline). Ma non voglio fare confronti con l’Italia perché non è qui la sede, anche se ho il dente molto avvelenato sulla questione tasse italiane per i professionisti, che a conti fatti, si sbattono di più ma non possono materialmente guadagnare più di un tot, ricevendo entrate notevolmente inferiori a quelle di un semplice stipendiato base. E non hanno vie di uscita, o ti fai assumere o puoi schiattare.
Alcune esperienze
In un paio di interviste raccolte in passato ho potuto avere conferma di quanto cercato, e vi riporto alcuni punti di cui ho già parlato. Notate le cifre come sono cambiate, pertanto informatevi sulle pagine che vi ho segnalato per il futuro.
Da una vecchia intervista “Avviare un’attività in Scozia…si può!”
Come hai fatto ad aprire la tua società? spiegaci qualche dettaglio tecnico per chi volesse intraprendere una propria attività in Scozia!
Aprire Language360 è stato fin troppo facile; dopo aver lasciato il mio bel lavoro fisso dallo stipendio più che buono ho iniziato a frequentare alcune lezioni gratuite organizzate da un ente chiamato Business Gateway, il quale ha il compito di aiutare aspiranti imprenditori in Scozia a raccogliere informazioni e consigli da esperti per prepararsi al meglio a gestire un’attività propria. Il loro appoggio è stato molto importante per me e mi ha dato il tempo per stilare un Business Plan e per trovare un bravo commercialista che mi seguisse. Finalmente un giovedì pomeriggio mi sono registrata su di un sito che ha raccolto i miei dati, ha preso un piccolo pagamento, e in 2 ore Companies House sapeva già della mia esistenza. Il mio bebè ha visto la luce, urrà! Troppo semplice, quasi quasi non ci credevo, abituata com’ero alla lentissima e inefficiente burocrazia italiana.
Come pressione fiscale sui guadagni come siamo messi? hai vantaggi, assicurazioni sulla salute o sulla pensione?
Innanzitutto in UK se non si supera una fatturazione annuale di £79000 sterline non occorre essere VAT registered, ovvero aprire la partita IVA…un bel sollievo per i piccoli business come me! Le spese ci sono, il mio commercialista è bravissimo ma si fa pagare, così come le tasse – una Limited Company deve pagare in aggiunta la Corporation tax – ma niente di troppo aggravante o che io non trovi giusto. Pensioni e assicurazioni varie invece le ho fatte privatamente, in modo da essere più tutelata e tranquilla. Consiglio a chi desidera lasciare l’Italia, è in gamba, ha esperienza e voglia di lavorare, e una bella idea innovativa (frutto di ricerche accurate e non di supposizioni, preconcetti o luoghi comuni!) di venire in UK e seguire i miei passi. Good luck a chi vuole cambiar vita, continuate a sognare ma tenendo i piedi ben saldi per terra!
Dall’intervista: “Lavorare e vivere in Scozia, intervista a Gloria e Andrea”:
Sì, sono freelance dal 2005. Non so bene come sia in Italia, ma da quello che leggo il fisco italiano è davvero una giungla e ti tartassa (non mi sorprendo mai che ci siano tanti evasori… ma divago). Qui non ho dovuto far niente. Ho semplicemente fatto una telefonata all’agenzia delle entrate per dire loro che stavo iniziando un’attività indipendente e basta. Loro mi mandano il modulo per la dichiarazione delle tasse ogni anno (che mi fa il commercialista) e poi stop. Non ho partita IVA (obbligatoria se hai un giro di affari superiori, mi pare, alle £70.000) né devo pagare balzelli strani. Mettiamola così, allo stato attuale delle cose non mi sognerei MAI di trasferirmi in Italia da libero professionista, dopo tutto mica posso lavorare per dare i soldi allo stato e al commercialista (i quali, mi sembra di capire, in Italia costano quanto un collegio).
Infine, se pensi ad una professione del web, se ancora non sei un freelance, ti consiglio di leggere questo mio ebook che parla del percorso da intraprendere per diventare web-coso (webdesigner) e le modalità di approccio con i clienti, il fisco, etc.
Per la pensione cosa consigli senza rivolgersi ad un consulente che ti chiede dai 500 ai 700 pounds?
Ciao Nikka, non so se sia la prassi chiedere 700 pounds solo per farti il piano pensionistico, ma essendo pensioni private ci starebbe anche. Che assicurazioni hai contattato?
Ciao,
stavo pensando di trasferirmi per qualche mese a Edimburgo, approfittando del fatto di poter lavorare come freelance da lì. Si tratterebbe, però, di collaborazioni italiane. In questo caso come funziona con il fisco? La mia idea è quella di proseguire con le collaborazioni italiane da lì e trovarmi anche qualche altro lavoretto. Hai dei consigli da darmi?
Grazie mille
Ciao Claudia,
indipendentemente da chi sono i tuoi clienti finali,
a mio avviso per fare le cose correttamente dovresti registrarti come self-employed e fare richiesta del NIN così da rimanere in regola finché lavori lì. Attenta però quando rientri in Italia a fare la richiesta di rimborso delle tasse versate in Uk e non incorrere nella doppia tassazione.
Prova a contattare il tuo attuale commercialista e vedere cosa ti dice, ed anzi, facci sapere!