Oggi parliamo con Alice, una mamma con la quale mi sono sentita subito in sintonia e che ha manifestato un amore per questa città grazie alla sua bimba di 10 anni che se ne era innamorata. Vivono da un anno e poco più nella capitale scozzese e ho deciso di intervistarli per voi.
1.Dove parte la vostra avventura?
Veniamo da Siracusa, una splendida città siciliana sul mar Ionio, antica e moderna insieme; siamo giovani, una famigliola di quattro persone in cui le bimbe sono ancora piccole, 4 e 10 anni; avevamo la nostra quotidianità fatta di casa, parenti, pochi amici veri e un po’ di lavoro.
2.Come mai avete scelto proprio Edimburgo?

E noi ci siamo fidati di lei, perché avevamo già in mente un cambiamento, una sperimentazione. Ci piace allargare gli orizzonti, capire come si vive altrove ed in cerca di qualità della vita. D’altra parte io, per un o’, ho vissuto a Tokyo per studiare la lingua e viaggiare lontano ed ho quindi avuto modo di sperimentare.
3.Cosa si è avverato a Edimburgo di quanto avevate sognato e sperato?
Abbiamo trovato a Edimburgo accoglienza, civiltà, buon umore, facilitazioni per trovare lavoro e rapidità decisionali da parte degli organismi pubblici. Per i bambini c’è una scuola pubblica d’ avanguardia, dove il tempo pieno consente di sperimentare nuovi sport, musica e attività artistica d’ogni genere, offerta a tutti.
4.Cosa pensate della situazione futura fra Brexit ed economia post Covid?

5.Una domanda da madre: quanta pressione sociale senti sulle tue figlie a Edimburgo e quanta ne hanno subita in Italia?
Non ci siamo accorti di molta pressione sociale a Edinburgh: tanti rapporti della vita comune sono facilitati, rapidi e centrati, le istituzioni ci sono e si fanno sentire in modo positivo.
A scuola e sul lavoro c’è anche un’aperta gratificazione, ti senti parte della società, non emarginato, ma altrettanto si richiede a in cambio in merito a precisione, efficacia, pur con le normali difficoltà quotidiane e molta volontà e disponibilità.
A Siracusa non si stava male, c’è il clima mite, il cibo buono, il paesaggio, ma c’è sempre una burocrazia esagerata in ogni angolo del quotidiano, che non si riesce a concepire e poi anche molte difficoltà di lavoro: la società ti premia solo se hai una buona posizione economica e questa devi mantenere con molti sacrifici, soprattutto per i figli, nel senso che la frequentazione di corsi privati, le attività sportive, musicali e artistiche sono costose e spesso ad ogni capo della città e non tutti possono permetterselo.
Posso però dire sinceramente che l’educazione scolastica pubblica, in senso stretto, è buona e di varia cultura e offre delle buone basi: di questo bisogna esserne fieri.
6.Che speranze hai per le tue figlie in Scozia? cambierete di nuovo? è la tua risposta definitiva?

Poi Edi e’ tutta da scoprire!!
Noi speriamo di ambientarci bene, d’essere contenti di noi stessi, di lavorare sempre con soddisfazione.
Ci sembra di aver trovato quello che il nostro spirito libero ha sempre richiesto…ma siamo comunque aperti ai cambiamenti per nuove oppotunità.